Cosa significa sostenibilità nel mondo dell’ufficio? Considerando che si passa mediamente un terzo del proprio tempo nel luogo di lavoro, è importante conoscere quali siano gli effetti sulla salute provocati dai materiali con cui sono costruiti gli spazi e gli arredi che ci circondano ogni giorno. Ma non è tutto: qual è l’impatto ambientale dei materiali scelti? Esistono alternative valide ai materiali tradizionali, in termini di performance?
Cerchiamo le risposte in questa rubrica curata dalla materioteca e centro di consulenze specializzato in materiali sostenibili → Materiavera.
[a cura di Maria Elisabetta Tonali]
Selezioni del mese:
Tutta la teoria del design biofilico si basa sull’esigenza insostituibile che l’uomo ha di restare in contatto con la Natura. Spesso in ufficio questo sembra proprio non essere possibile. O no? Ecco qualche strategia biophilic di sopravvivenza da scrivania.
Giardino verticale Canapa Tech
Edizero
Come unire più funzioni anche tra loro disparate e dai legami impensabili. Quando il designer ascolta quello che la Natura ci offre, affiorano le molteplici proprietà da considerare per ottenere un prodotto ricco di significati. Un prodotto ecologico in tutti i sensi, attento al benessere ambientale, psicologico, respiratorio e acustico. Edizero, da decenni impegnata in Sardegna nella produzione di prodotti per la bioedilizia, ha creato un vero e proprio giardino verticale in biotessile di canapa. Esploriamo le davvero variegate caratteristiche di questo giardino tascabile, partendo dal materiale con cui è realizzato: 97% di fibra naturale di canapa e 3% di fibre tessili miste di recupero da industria tessile. Un prodotto naturale e anallergico quindi, e al contempo circolare. Inoltre, è privo di qualsiasi trattamento termico e di qualsiasi additivo, il che ne fa un prodotto sicuro perché senza emissioni nocive di sostanze chimiche. Grazie a tutte queste caratteristiche, ha ottenuto la certificazione Etica Ambientale ICEA.
La totale assenza di materiali sintetici o additivi ne fa l’ambiente ideale per la coltivazione delle piante, che si trovano inserite (nel vero e proprio senso del termine) in un luogo del tutto compatibile e analogo alla loro struttura fisica. Non solo, nei confronti delle piante agisce una funzione termoregolatrice e una funzione protettiva da shock termici e agenti inquinanti.
Nei confronti invece dello spazio indoor dove sarà posizionato, funge da disinquinante in quanto riduce la presenza di sostanze inquinanti volatili come benzene, ossidi di azoto e formaldeide migliorando salubrità e microclima dell’ambiente.
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Lumiso
Gökçe Nafak
Coltivare un micro orto sulla scrivania potrebbe sembrare azzardato ma combina quelle esigenze biofiliche di base che possono darci una particolare energia e motivazione quando stiamo in un luogo a volte asettico come l’ufficio. Naturalmente, il coltivare un giardino interno è una sfida. Le piante hanno bisogno della giusta quantità di luce solare per sopravvivere, poiché la luce innesca la fotosintesi che le piante trasformano in energia per crescere. Ma come garantire la luce solare ideale per la coltivazione di piante indoor, specialmente durante i mesi invernali per esempio, o in ufficio dove spesso capita di non avere nemmeno una finestra?
La designer turca Gökçe Nafak ha studiato Lumiso, una lampada che a tutti gli effetti si può definire un oggetto biofilico. Nella sua idea di fornire alle piante la migliore situazione per prosperare in un ambiente ostile, come quello di una scrivania, indirettamente rende un favore anche a chi la posiziona sul proprio tavolo, garantendo da un lato la possibilità di avere continuamente sott’occhio un pezzettino di Natura; e contemporaneamente crea per il nostro benessere visivo e psicologico una fonte di luce che riproduce quella naturale nella sua combinazione di luce fredda e calda, replicando lo spettro solare.
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Vasi biodegradabili in lolla di riso
Vipot
Di bioplastiche ultimamente si parla molto spesso e molti nuovi materiali appaiono continuamente nel panorama dei prodotti biobased. Si può dire che i vasi Vipot sono tra i precursori di questa ricerca: da oltre dieci anni infatti vengono prodotti e il materiale migliorato nelle sue caratteristiche, al punto da aver ottenuto una miscela adatta anche agli alimenti e al lavaggio.
Il materiale con cui sono realizzati è una composizione di lolla di riso all’80% e di aggreganti vegetali al 20%, compattati tra loro da calore e pressione; nessun prodotto tossico o inquinante viene usato o prodotto durante la lavorazione e a fine vita il vaso è biodegradabile.
Oltre all’assenza di sostanze inquinanti, dal punto di vista ambientale, i vasi Vipot risparmiano materia prima in quanto sottraggono materiale di scarto: la lolla del riso è infatti la buccia del chicco scartata nella raffinazione o sbramatura. Tutti gli scarti vengono riciclati nel processo produttivo, senza sprechi di materiale. Infine, il processo di lavorazione ha necessità energetiche molto più basse rispetto a quelle per la produzione di oggetti in plastica.
Anche le piante apprezzano molto di più un vaso in lolla di riso rispetto a un vaso in plastica, essendo poroso. Protegge le radici sia dal freddo che dal caldo essendo resistente al gelo e adatto a tutte le condizioni climatiche. È stato provato che le piante crescono più velocemente e più rigogliose.
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[marzo 2023]
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Maria Elisabetta Tonali
Architetto con una specializzazione come paesaggista, da oltre 20 anni si occupa di sostenibilità strategica ed è esperta in materiali sostenibili. Ha fondato Materiavera nel 2004, materials library unica per la sua raccolta di materiali ecocompatibili innovativi. Offre consulenze a progettisti e designer per lo sviluppo di progetti sostenibili e biophilic oltre che per la scelta dei materiali, e alle aziende che intendono percorrere una vera transizione verso la sostenibilità. → Materiavera
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