Industria, Italia (pdf online)
Ce la faremo se saremo intraprendenti
a cura di Riccardo Gallo
Sapienza Università Editrice, 2020
pp. 370
Isbn 9788893771535
Dalla prefazione del volume, a firma Eugenio Gaudio, Magnifico Rettore, Sapienza Università di Roma: “Questo volume riporta i risultati di un lavoro intenso svolto da un gruppo di docenti di Sapienza Università di Roma, che ringrazio, coordinati da Riccardo Gallo e appartenenti a sei Facoltà: Architettura, Economia, Farmacia e Medicina, Ingegneria civile e industriale, Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica, Lettere e Filosofia. Un volume che si basa sull’interdisciplinarietà, grazie all’incontro tra uomini di cultura, economisti, industriali e tecnologi. Un volume che riporta dati aggiornati alla settimana immediatamente precedente l’andata in stampa. Un volume in “open access”.
Estratto dal capitolo “Cambio modalità di vita. A casa” firmato dall’architetto, designer e docente Carlo Martino, con le interviste a Daniele Lago (fondatore della omonima azienda di arredamento), Danilo Premoli (architetto, designer e membro ADI del comitato scientifico per la selezione finale per il Compasso d’Oro), Roberto Gavazzi (amministratore delegato di Boffi), Saverio Calia (direttore generale e art director dell’omonima azienda).
[…] Una situazione di crisi economica è presente nel mondo ufficio già da anni per cause legate a una generica trasformazione dello spazio in sé, non tanto del prodotto ma dell’uso dello spazio, della tecnologia, delle opportunità di lavoro legate allo smart working. Queste le parole di Danilo Premoli, architetto, designer e membro ADI del comitato scientifico per la selezione finale per il Compasso d’Oro:
“Quest’ultimo periodo ha messo ancor più in evidenza le necessarie trasformazioni del vissuto, quello del contemporaneo più che smart è remote working. L’involucro è cambiato ma non le modalità. Questo ha generato problemi sia di tipo pratico che di sicurezza e c’è il vincolo di una “disponibilità” che non ha trasformato in maniera sostanziale i rapporti di lavoro. Il vero passaggio dello smart working implica il passaggio di tecnologie così come di predisposizione mentale. Il vero trasferimento è lavorare per obiettivi (non nel tempo ma nel risultato). Se questo aspetto da una parte è vissuto come una liberazione delle angosce, dall’altra pone in una situazione di costante pensiero sul lavoro. Siamo tornati a una dimensione di cottimo, non tanto fisico quanto intellettuale”.
Nell’industria degli arredi per uffici, un dato chiaro è legato al fatto che le modalità in cui si organizzano e sponsorizzano le vendite sia la partecipazione delle aziende alle fiere, interpretate come occasioni per spingere sulla ricerca e l’innovazione, ponendosi su un piano di competizione rispetto alle altre imprese. Con l’avvento dell’emergenza sanitaria, nel mondo dell’ufficio sono venute a mancare tali vetrine, essendo stato il Salone del Mobile il grande assente del 2020. In tal senso, le industrie si stanno strutturando per individuare vetrine alternative per un futuro che guarda sempre più verso una comunicazione di tipo digitale, con il fine ultimo di offrire nuove opportunità per le aziende di potersi “vendere”. Le prime soluzioni si identificano negli showroom, così come nei flagship store. Un’ulteriore questione, legata alle dinamiche di spostamento dal contesto della realtà tangibile a quella digitale, riguarda i rapporti di lavoro. Premoli afferma:
“Le riunioni in videoconferenza sono anti-antropologiche, benché si riscontrino vantaggi oggettivi in termini di tempi e costi. Fatto tesoro di questa esperienza, molte aziende comprenderanno che riguardo ad alcune dinamiche non ci sarà più bisogno della presenza fisica. La ricaduta più facile sarà recarsi poche volte a settimana in ufficio per fare dei planning e per il resto ognuno si autogestirà il lavoro. Le ricadute in termini di produzione saranno legate al fatto che gli uffici, da centrali operative diventeranno centrali di incontro, più piccoli pertanto, acquisteranno sempre più significato le sale comuni e le meeting room per poter fare videocall, con implementazioni tecnologiche all’avanguardia. L’investimento sarà orientato alla tecnologia”.
Secondo questi dati, gli spazi di relazione in-between hanno la potenzialità di diventare il nuovo concetto di uffici, che potranno essere sviluppati in condivisione sotto l’ottica di coworking. Dal punto di vista imprenditoriale, le grandi aziende di produzione di arredamento per uffici potrebbero lanciare joint venture, per implementare le soluzioni connotando gli artefatti con tecnologie. A tal proposito, Premoli sta lavorando personalmente a un progetto sperimentale, che ha l’obiettivo di operare su uno spostamento delle dinamiche legate al contesto dell’ufficio, nella realtà virtuale:
“Gli arredi verranno disegnati per le realtà virtuali. Arredi virtuali per uffici nel mondo virtuale saranno i nuovi bacini di mercato. Dovranno essere reimpostati nuovi modelli di business. L’integrazione con le tecnologie può essere una delle molteplici risposte alla situazione che deve comunque essere rivalutata da zero. In questo, la ricerca avrà un forte peso, soprattutto quella di tipo strategico-manageriale. Portare IOT all’interno dell’ufficio è un concetto ancora all’avanguardia per il pubblico contemporaneo, il mercato non è ancora pronto”.
Dai fenomeni associati alla chiusura legata alla pandemia, emerge con chiarezza un dato interessante: la casa, da nucleo abitativo, ha assunto una multifunzionalità legata alle varie attività che si svolgono al suo interno, le quali, durante il lockdown, si sono caricate di una connotazione molto più radicata e profonda. Non si cucina più per sussistenza, ma per gioia, per impiegare il tempo libero. Si lavora in luoghi che prima sarebbero stati completamente non idonei e ci si rilassa in modalità alternative. In tal senso, l’ambiente domestico si carica di nuovi significati, che guidano alla concezione di una nuova fluidità, apertura, versatilità degli spazi propri dell’architettura di interni. […]
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