[testo di Cristiana Vannini]
Tema di grande attualità sono le donne nel mondo del lavoro e le loro opportunità. Donne nel mondo del progetto dei luoghi di lavoro ne è forse una piccola appendice. Personalmente non ho mai percepito alcun disagio o senso di inadeguatezza nel mio lavoro progettuale, bensì un’occasione quasi pioniera di scartare le attese, cambiare le modalità e gli approcci al processo ideativo e realizzativo.
può essere più stimolante
dei luoghi di lavoro?
Neanche posso parlare di una sfida, ma di una spontanea attitudine all’essere donna senza antagonismo ai paradigmi maschili. Quale ambito di progetto può dunque essere più stimolante dei luoghi di lavoro, da sempre pensati e progettati con logiche maschili?
Certo molto è cambiato dal tempo degli uffici come scatole grigie, funzionali e pragmatiche che accoglievano lavoratori in divisa, distribuiti in gerarchie spaziali. Nuovi stili di vita, la rivoluzione digitale, le trasformazioni culturali hanno innestato un processo di innovazione che vedono finalmente protagonisti la diversità, la contaminazione, la creatività e l’estetica. Ma ancora si usa la parola ufficio, che rimanda a concetti costrittivi e anaffettivi (dal lat. officium “dovere, cortesia, servigio; carica, funzione (…) locale destinato all’esercizio di alcune attività professionali, pubbliche o private, non coincidente con l’abitazione”) quasi a riprova che la trasformazione non sia molto di più di un maquillage di layout e arredi.
possono darlo figure femminili
dentro la realtà della progettazione
Molto può e deve accadere nei prossimi anni, verso una reale integrazione tra vita privata e lavorativa, tra luogo operativo e luogo domestico e forse un forte contributo possono darlo figure femminili dentro le realtà aziendali e della progettazione architettonica. Poiché il cambiamento è sintesi di contenuti e forme, è infatti indispensabile un cambiamento di fondo, sia dal punto di vista organizzativo e strategico interno alle aziende nel trovare nuove modalità di essere lavoratori, che dal mondo del progetto proponendo nuovi modelli di luoghi a questo rispondenti.
Ma il processo è iniziato e vedo un grande potenziale creativo e innovativo nelle caratteristiche se non geneticamente peculiari, quantomeno storicamente allenate, dell’universo femminile: flessibilità, accudimento, versatilità, de-specializzazione (in senso umanistico), capacità di ascolto e mediazione.
Personalmente mi trovo spesso sul lavoro ad attivare questi registri, riscontrando dopo un’iniziale diffidenza da parte di clienti, maestranze e fornitori, il piacere e la curiosità di affrontare il progetto in modo diverso, fermo restando i budget, le consegne e i collaudi. Forse non posso presentare una mia case history totalmente innovativa su questa tematica, ma posso dire che in diversi progetti in team con manager donne, i temi sul tavolo dei brainstorming erano molto “rivoluzionari”.
[novembre 2017]

Fiorentina di nascita, milanese di adozione. Il suo studio cristianavannini | arc ha focus progettuale su spazi abitativi, di lavoro e di ospitalità con riqualificazioni di interni urbani e recupero di architetture rurali. Altri campi di intervento privilegiati sono retail, exhibit/event e identity design per spazi commerciali ed espositivi, permanenti o temporanei. Tra i clienti, importanti marchi nei settori ICT, mass market e real estate, così come istituzioni culturali pubbliche e private. È membro di Idea, Associazione Italiana Exhibition Designers e socia Arel_ Associazione Real Estate Ladies.
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