[testo di Sergio Mori]
Dalla matita al pc e dal pc alla matita
Oggi il luogo di lavoro è sempre più un “non luogo”. Può esserlo l’ufficio come il tavolo di un bar in compagnia di un caffè o addirittura un momento, ad esempio quello trascorso in metropolitana durante lo spostamento da un appuntamento all’altro. La relazione intima si consuma quindi più con gli oggetti che con i luoghi. Da un lato l’oggetto tecnologico (il cellulare, il pc, il tablet) dall’altro quello emozionale estetico e funzionale (l’abito indossato, l’accessorio).
per rievocare gesti e tempi
del passato, intimi, personali
Da qui la mia riflessione di ripensare e riposizionare l’oggetto “matita”, che in una contemporaneità sempre più impersonale ci permetta di rievocare gesti e tempi del passato, nostalgici, intimi e personali. Un oggetto ovviamente dove le funzioni vengano ripensate e adattate a nuove esigenze, l’estetica sia evocativa e simbolica, ma al tempo stesso inedita e la scelta del materiale diventi veicolo tattile dell’essenza di chi lo usa.
Parte di questi contenuti si sono tradotti in una mia collezione disegnata per Napkin di “oggetti che scrivono”. Si tratta di “grafo incisori” composti da uno stelo in alluminio o legno e da un puntale in Ethergraf, esclusiva lega di metalli protetta. La punta viene forgiata da un gruppo di artigiani orafi e viene assemblata allo stelo solo in un secondo momento, rendendo così ogni pezzo unico. Contrariamente a tutti gli altri strumenti per disegno o scrittura, il segno lasciato avviene per una forma di ossidazione, dovuta al contatto tra la punta in Ethergraf e la carta. A differenza dei convenzionali strumenti di scrittura conosciuti, la traccia è molto particolare perché assomiglia ad una matita ma non si cancella come una penna. Questo la rende unica al mondo.
[luglio 2015]
Sergio Mori
Dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design a Milano, nel 1998 vince il 18 Compasso d’Oro sezione giovani. Nel 2005 si aggiudica l’International Award Grandesign con il progetto Light di Bonomi e nel 2012 viene nominato per l’Intenational Grandesign Etico, che vince nel 2014 con il progetto e-bike Little Italy. Ha collaborato con studi di architettura e diverse aziende, tra le quali: Flaminia, Alma Design, Napkin, Geelli, Zanini Italia Design, Foppapedretti. Attualmente insegna Interior Design all’Accademia di Belle Arti Laba a Brescia e Industrial Design all’Istituto Europeo di Design a Milano. Disegna e coordina l’immagine per numerose aziende.