[Le aspettative #09: gli interventi di Marco Bonetto e Angelo Cortesi]
Presentato da Michele De Lucchi (in questo video) e Marco Predari, presidente Assufficio (a questo link), il SaloneUfficio 2015, a Fieramilano Rho dal 14 al 19 aprile, ha per titolo “Workplace 3.0” e riunirà in un unico spazio le diverse componenti dell’ambiente ufficio.
Quali sono le aspettative di progettisti e addetti ai lavori? In questa nona puntata Office Observer lo ha chiesto a Marco Bonetto e Angelo Cortesi.
Marco Bonetto, Design Center
In una società sempre più connessa e personalizzata secondo il singolo desiderio della persona, dove il vero cuore della nostra vita quotidiana sarà sempre di più nel nostro palmo della mano per mezzo di un device (smartphone, tablet ecc) mi aspetto che il mondo dell’ufficio si adegui attraverso la re-interpretazione degli elementi tradizionali che compongono gli spazi e l’arredo dell’ufficio. Spazi non più formali, ma luoghi che privilegiano il benessere lavorativo nella riconfigurazione e riorganizzazione degli ambienti e dell’arredo, tecnologia e socializzazione quali elementi integrati nel progetto. Che diventi così un progetto felice!
Angelo Cortesi, Cortesi Design
Da troppi anni ormai si parla dell’ambiente ufficio, e molti sono gli ambienti di lavoro dai quali prendere spunti, realizzati soprattutto per i centri delle aziende high tech, laddove la ricerca sull’ambiente di lavoro non è solo di natura funzionale ma anche stimolo di divertimento e creatività.
Naturalmente non è prudente traslare pedestremente tali modelli e metodi nel normale lavoro dell’ufficio, tuttavia si possono trarre alcuni spunti. Ad esempio: perché non creare aree di relax più spaziose, confortevoli, relazionali, soprattutto perché il maggiore scambio di informazioni attinenti al lavoro è dimostrato che avviene durante i momenti di pausa e relax e non durante le ore “lavorate”? Perché l’ambiente di lavoro da ormai un centinaio di anni viene dotato di armadi contenitori praticamente sempre uguali e non si è fatto uno sforzo creativo per renderli “personaggi” che convivono con le persone? Perché adottare una illuminazione che piove dall’alto sempre omogenea e non personalizzabile? Questo discorso potrebbe continuare, ma rimane il quesito del come mai il mondo ufficio non si evolve se non per piccole innovazioni soprattutto di natura costruttiva.
#Speciale Office Observer SaloneUfficio 2015: le aspettative
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